Augurio di buon anno scolastico

“Le parole sono finestre (oppure muri)”
(Marshall B. Rosenberg)

Carissimi/e,
in un’epoca dove i social sembrano aver tolto la responsabilità di rispondere delle proprie parole, dove ognuno si sente libero di scrivere tutto ciò che gli passa per la mente, non importa se fasullo, offensivo o discriminatorio, mi sono permessa di aprire questo nuovo anno scolastico con un pensiero rispetto al valore delle parole e, in questo caso, approfondirne il loro ruolo all’interno della relazione educativa.

Le parole hanno un’enorme importanza, poiché ci mettono in contatto con il mondo, forniscono significato a ciò che viviamo e proviamo, aiutandoci a definire pensieri, azioni ed emozioni.

Grazie alle parole possiamo descrivere i nostri desideri, i nostri bisogni e le nostre ragioni: proprio per questo è importante imparare a farlo con un linguaggio positivo, non volgare e non giudicante. Il ruolo degli adulti, dal personale della Scuola, alle famiglie e alle altre agenzie educative, deve essere improntato a insegnare a tutti gli studenti, dai più piccoli ai grandi, il rispetto per loro stessi e per gli altri, in modo che possano affrontare, in maniera costruttiva, le proprie e altrui fragilità e diversità. E questo, lo possiamo fare solo con l’esempio di un uso del linguaggio rispettoso delle sensibilità altrui. Perché le parole possono ferire o costruire, farsi ponti o erigere muri. Possono percuotere o farsi carezza. Vanno scelte con cura, le parole, e vanno pensate: prima con il cuore e poi con la testa. Ce lo ha insegnato Maya Angelou: «I’ve learned that people will forget what you said, people will forget what you did, but people will never forget how you made them feel» («Ho imparato che le persone possono dimenticare ciò che hai detto, le persone possono dimenticare ciò che hai fatto, ma le persone non dimenticheranno mai come le hai fatte sentire»).

E, mi scuserete – ma chi mi conosce sa che sono poco diplomatica – se utilizzo questo spazio anche per richiamare il ruolo delle nostre testate giornalistiche locali, nelle quali le buone notizie, soprattutto se riferite all’ambito scolastico, quando compaiono sembrano un diversivo esotico. I nostri ragazzi/e (e anche noi adulti!) hanno bisogno di notizie positive: la dopamina non mente e, quando leggiamo una notizia positiva, il nostro cervello rilascia neurotrasmettitori che stimolano empatia, gratitudine, ottimismo. È fisiologia e non magia. L’esempio del “giornalismo costruttivo” dimostra che si può fare informazione seria e approfondita anche raccontando soluzioni, progresso e atti di gentilezza. Significa, come ama dimostrare il giornalista e scrittore Stefano Lorenzetto, entrato per cinque volte nel Guinness World Records per la più nutrita serie di interviste da un’intera pagina che sia mai apparsa fino a oggi sulla stampa mondiale, nonché marito di una mia cara amica, che si può educare l’occhio a vedere ciò che funziona, nonostante tutto. E magari, contribuire anche in minima parte a farlo accadere più spesso.

Le buone notizie, infatti, non servono solo a farci sentire bene, ma anche a ricordare a ciascuno di noi che cambiare le cose in meglio, un pezzetto alla volta, è possibile, oltre che necessario. Il mio augurio per tutti noi, per questo anno scolastico è, pertanto, di sapere, ogni giorno, valutare il potere delle parole, che sono energia pura e che possono dare immensa gioia o, al contrario, disperazione nelle sue varie sfaccettature. Le parole non sono soltanto un segno: hanno il potere di lasciarlo.

Buon anno scolastico a tutti/e!

Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto

LA DIRIGENTE
Dottoressa Nicoletta Morbioli